Il diabete mellito, o più semplicemente diabete, è una patologia dovuta ad un aumento nel sangue della glicemia, ovvero dei livelli di zucchero (glucosio). Il termine mellito deriva dal fatto che le urine diventano dolci (dal latino mellitus, “dolce come il miele”) a causa della grande quantità di zuccheri eliminati dal rene.

Alla base della comparsa del diabete c’è una insufficienza nella quantità d’insulina, prodotta dal pancreas, oppure uno scorretto funzionamento biologico dell’ormone, che non riesce più a controllare bene la glicemia.

 

Diabete di Tipo 1, Tipo 2 e altre tipologie

Il diabete è una malattia molto complessa perché include diverse patologie accomunate dall’iperglicemia. Le principali varietà di diabete sono: 

  • diabete di tipo 1 (insulino-dipendente);
  • diabete di tipo 2 (non-insulino-dipendente);
  • diabete gestazionale;
  • diabete monogenico (Maturity-Onset Diabetes of the Young, MODY);
  • diabete secondario ad altra patologia (pancreatiti croniche, cirrosi epatica, insufficienza renale cronica, acromegalia, ipercortisolismo) o farmaci (es. cortisone).

Il diabete di tipo 1 insorge sin dall'età pediatrica ed è causato dall’assoluta mancanza di produzione d’insulina provocata dalla distruzione da parte del sistema immunitario delle cellule beta del pancreas (in conseguenza di un’infezione virale).

Il diabete di tipo 2 insorge in genere in età adulta e si associa a sovrappeso e insulinoresistenza

 

La diffusione del Diabete

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il numero dei diabetici è quadruplicato in tutto il mondo in meno di quattro decenni ed ora i diabetici sono oltre 400 milioni. Cresce soprattutto il diabete di tipo 2 a causa dell’invecchiamento generale della popolazione, e dell’aumento di condizioni di rischio come sovrappeso e obesità, alimentazione scorretta, sedentarietà.

Per quanto riguarda l’Italia, secondo i dati ISTAT 2020 il 5,9% della popolazione è diabetica (5,9% negli uomini, 5,9% nelle donne) pari a oltre 3,5 milioni di persone.

 

Diabete Mellito e Insipido: che differenza c’è?

Il diabete insipido è totalmente diverso dal mellito, in quanto non si caratterizza dagli alti livelli di glicemia nel sangue, ma da un’eccessiva diuresi e sete insaziabile.

Questa malattia è dovuta a una scarsa o assente produzione della vasopressina o da una mancata sensibilità dei reni all’azione di questo ormone. Infatti, la vasopressina, un ormone antidiuretico, ha come compito quello di stimolare il riassorbimento dell’acqua a livello renale e di regolare la diuresi.

 

Quali sono le cause del diabete?

Idiabete tipo 1 è di origine autoimmune: le cellule pancreatiche che producono insulina vanno incontro ad una progressiva autodistruzione, non riuscendo così più a controllare i livelli di zucchero nel sangue. Gli anticorpi responsabili di tale autodistruzione sono probabilmente prodotti in risposta ad un virus o ad agenti tossici ambientali. Una bassa o assente produzione d’insulina fa si che l’insulina diventi una terapia salvavita nei pazienti con diabete di tipo 1, chiamato per questo diabete insulino-dipendente.

I sintomi possono comparire soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza, manifestandosi raramente dopo i 40 anni. Esiste però una variante del diabete tipo 1, chiamata LADA (Latent Autoimmune Diabetes of the Adult), in cui l’attacco autoimmune alle cellule del pancreas è più lento, tanto che la malattia compare in età più avanzata e si sviluppa nell’arco di parecchi anni.

Il diabete tipo 2 è dovuto ad alterazioni genetiche ed epigenetiche (cioè fattori ambientali) e presenta un decorso lento. Il deficit di insulina risulta meno grave rispetto a quello tipico del diabete di tipo 1.

Il diabete di tipo 2 non è una malattia autoimmune e i meccanismi alla base della patologia possono essere:

  • un vero e proprio deficit di insulina;
  • uno scorretto funzionamento dell’ormone o la presenza di resistenza all’insulina;
  • una combinazione dei precedenti.

Il diabete gestazionale è quello che può comparire durante la gravidanza e che, di solito, scompare dopo il parto. Le donne, però, che hanno avuto il diabete gestazionale durante la prima gravidanza risultano maggiormente esposte alla probabilità di sviluppare di nuovo diabete gestazionale in gravidanze successive e diabete di tipo 2 durante la loro vita.

Il diabete monogenico è causato da un singolo difetto genetico che porta ad alti livelli di glicemia (iperglicemia). Questo tipo di diabete è ereditario: se un genitore è malato, lo saranno di sicuro anche i suoi figli. L’esempio classico è il MODY, Maturità Onset Diabetes of the Young, di cui esistono molte varianti in base al gene interessato. Di questa categoria fanno parte poi anche il diabete neonatale, rarissimo, e altre varianti ugualmente rare.
 
Infine, il diabete secondario può essere causato dalla presenza di altre malattie o dall’assunzione di farmaci come il cortisone. Certe patologie determinano la distruzione delle cellule pancreatiche beta o causano resistenza all’azione dell’insulina. Esempi delle prime sono le pancreatiti, la fibrosi cistica, il tumore al pancreas, mentre delle seconde l’acromegalia, la sindrome di Cushing e il feocromocitoma.

 

Diagnosi del Diabete

Il diabete è diagnosticato quando:

  • l’emoglobina glicata (HbA1c) è uguale o superiore a 6,5% (confermata in due circostanze);
  • oppure la glicemia misurata in laboratorio è uguale o superiore a 126 mg/dl (al mattino, dopo 8 ore di digiuno, in due circostanze);
  • oppure la glicemia è uguale o superiore a 200 mg/dl alla seconda ora dopo un carico orale di glucosio (in due circostanze);
  • oppure la glicemia è uguale o superiore a 200 mg/dl in un momento qualsiasi della giornata in presenza di sintomi tipici della malattia (poliuria, polidipsia, dimagramento).

Esistono anche condizioni in cui i livelli di glucosio nel sangue sono lievemente elevati e che aumentano il rischio di sviluppare il diabete in futuro (circa un 1/5 soggetti in queste condizioni sviluppa diabete in 5 anni). Queste condizioni sono identificate da:

  • emoglobina glicata fra 6 e 6,49% (alto rischio di diabete);
  • glicemia a digiuno fra 100 e 125 mg/dl (alterata glicemia a digiuno);
  • glicemia 2 ore dopo il carico di glucosio orale fra 140 e 199 mg/dl (ridotta tolleranza glucidica).

Fattori di rischio e cause del Diabete

Il diabete non è una malattia ereditaria tranne che per varietà molto rare (per es. MODY), quindi non è necessariamente trasmesso da una generazione all'altra. Esiste però una predisposizione familiare, soprattutto in caso di diabete tipo 2, per cui chi ha un parente di primo grado (genitori, fratelli) diabetico ha un rischio di ammalare superiore rispetto a chi non ha parenti con la malattia.

Le cause e la patogenesi del diabete di tipo 1 e di tipo 2 sono completamente diverse.

Diabete di Tipo 1

Il diabete di tipo 1 è di origine autoimmune e consegue alla rapida distruzione delle cellule del pancreas che producono insulina. La distruzione è operata dalla reazione autoimmune in risposta ad un virus o a uno o più tossici presenti nell’ambiente. Questo tipo di diabete va trattato con terapia insulinica perché l’organismo non produce più insulina. Il diabete di tipo 1 compare soprattutto in bambini, adolescenti e giovani adulti e raramente inizia dopo i 40 anni.

Esiste una variante del diabete di tipo 1 che si chiama LADA (Latent Autoimmune Diabetes of the Adults) in cui l’attacco autoimmune alle cellule che producono insulina si sviluppa nell’arco di anni, comparendo in età più avanzata. I fattori di rischio del diabete di tipo 1 sono la familiarità (genitori o fratelli con diabete di tipo 1 o malattie autoimmuni) e le malattie autoimmuni come la tiroidite, l’artrite reumatoide, il morbo celiaco, la vitiligine.

Diabete di Tipo 2

Il diabete di tipo 2, che rappresenta il 90% dei casi di diabete, si sviluppa nell’arco di molti anni, passando attraverso una fase d’insulinoresistenza (minore efficacia dell’insulina) ed arrivando a un deficit relativo di produzione d’insulina. Multiple alterazioni genetiche e fattori acquisiti (ambientali) sono responsabili dell’insulinoresistenza e dell’entità del deficit d’insulina.

Il diabete di tipo 2 è strettamente associato all’obesità che favorisce l’insulinoresistenza, e compare generalmente dopo i 40 anni ad eccezione che in determinate etnie a rischio (ispanici, asiatici, indiani Pima etc.) in cui può insorgere anche in età pediatrica. Stile di vita sedentario, fumo, scorretta alimentazione, sovrappeso, età avanzata, precedente diabete gestazionale, dislipidemia e ipertensione arteriosa sono fattori di rischio per diabete di tipo 2.

Diabete Gestazionale

Il diabete gestazionale compare durante la gravidanza e in genere regredisce dopo il parto. Le donne che hanno avuto un diabete gestazionale sono a rischio di sviluppare diabete gestazionale nelle gravidanze successive e diabete di tipo 2 durante la vita.

Diabete Monogenico

Il diabete monogenico (MODY) è una varietà ereditaria rara in cui esiste un difetto di un singolo gene capace di determinare iperglicemia. Insorge in età più giovane di quella del diabete di tipo 2.

 

Quali sono le conseguenze del diabete?

La non modificazione dei fattori di rischio cardiovascolare e i livelli costantemente alti di zucchero nel sangue possono aumentare il rischio di danni ai vasi sanguigni, sia grandi che piccoli. Tra le gravi complicanze dovute al diabete si elencano:

  • danni neurologici o neuropatie, che causano deficit sensitivi, motori, visivi, acustici;
  • danni renali o nefropatia, che interessano le strutture filtranti del rene (i glomeruli) e che possono portare in casi estremi alla dialisi;
  • danni oculari o retinopatie, ad esempio peggioramento della vista fino alla cecità;
  • danni cardio-cerebrovascolari, che possono portare ad infarto del miocardio, a cardiopatia ischemica, insufficienza cardiaca e a ictus cerebrale-depressione.

 

Trattamenti per la patologia diabetica

Terapia insulinica

È inevitabile per curare il diabete di tipo 1. Consiste in iniezioni sottocutanee e grazie a questa terapia e ad un corretto stile di vita la maggior parte dei pazienti riesce a condurre una vita normale e a prevenire l’insorgenza delle complicazioni a lungo termine della malattia.

Terapie per il diabete tipo 2

Il diabete tipo 2 prevede differenti trattamenti rispetto alla terapia insulinica.
Attualmente non esiste un farmaco valido per tutti i pazienti affetti da diabete tipo 2, motivo per cui è necessario, per ogni singolo paziente, costruire una terapia individuale in relazione alla diversa situazione clinica e alle differenti caratteristiche personali. Solo il 10% dei pazienti affetti da diabete tipo 2 però mantiene un buon controllo della patologia metabolica in assenza di trattamento.

Le società diabetologhe internazionali raccomandano, ad ogni modo, i seguenti obiettivi terapeutici, finalizzati non solo a correggere i sintomi ed i segni della malattia ed a prevenire le complicanze acute e croniche, ma anche a migliorare la qualità e l’aspettativa di vita del paziente diabetico:

  • glicemia a digiuno e pre-prandiale compresa tra 90-130 mg/dl;
  • glicemia post-prandiale (circa 2 ore dopo i pasti) inferiore (<) 180 mg/dl;
  • emoglobina glicata inferiore (<) 7%.

Oltre agli obiettivi del metabolismo glucidico, il trattamento del diabete prevede:

  • valori pressori diastolici (pressione minima) <80 mmHg e sistolioci (pressione massima) <130 mmHg;
  • valori di colesterolo LDL <100 mg/dl, livelli di HDL >40 mg/dl nell’uomo e >50 mg/dl nella donna.

 

Prevenire il Diabete

Interventi per migliorare lo stile di vita, che includono attività fisica aerobica di moderata intensità della durata di 20-30 minuti al giorno o 150 minuti alla settimana e perdita di peso corporeo del 10%, riducono l’incidenza del diabete tipo 2 del 60%. Inoltre, la qualità, più che la quantità totale dei nutrienti, deve essere controllata.

Una dieta ricca di acidi grassi saturi (grassi animali) aumenta il rischio di sviluppare il diabete, mentre la parziale sostituzione di questi ultimi con acidi grassi insaturi lo riduce (i cosiddetti omega 3).

Uno screening, volto ad identificare la patologia anche nei soggetti asintomatici, viene in genere raccomandato a tutta la popolazione, trattandosi di un semplice esame del sangue (glicemia a digiuno). Esistono tuttavia soggetti maggiormente a rischio, i quali devono mantenere sotto costante controllo il valore della glicemia.

Rischiano maggiormente di sviluppare il diabete coloro che:

  • abbiano riscontrato il valore della glicemia a digiuno compreso tra 100 e 126 mg/dl (alterata glicemia a digiuno),
  • manifestano la BMI (body mass index cioè rapporto peso in chili/altezza in m2) con valore >25 kg/m2,
  • (indicativo di soprappeso corporeo),
  • hanno familiarità di primo grado per diabete tipo 2.

Nei nostri laboratori, è possibile eseguire un apposito CheckUp Diabete, non è necessaria la prenotazione, essendo un prelievo sanguigno bisogna seguire le indicazioni base per la preparazione agli esami. Se vuoi fare un'indagine più approfondita sul tuo stato di salute approfitta dei nostri pacchetti checkup.

 

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